Un formatore-mentalista in Azienda? Ma a cosa ci serve?

Un formatore-mentalista in Azienda? Ma a cosa ci serve? “Il mentalista utilizza i cinque sensi per creare l’illusione dell’esistenza di un sesto”: questa definizione del mentalismo di Ned Rutledge mi piace moltissimo. In sé racchiude il senso e il valore di un’arte (l’illusionismo), specifica che si tratta di una branca di questa arte (e quindi fa chiarezza), svela il perché del suo successo (risponde al desiderio dell’uomo di possedere un “sesto senso”).

Ma ancora di più mi piace perché, nel concetto di “usare i cinque sensi”, riassume molto bene uno dei principi di base della comunicazione efficace: sfruttare al massimo tutti i canali sensoriali per estrarre dalla realtà e dalle persone che ci circondano il massimo delle informazioni possibili al fine di comunicare in modo efficace e persuasivo.

Può servire nella vendita?

Nell’ambito della vendita, per esempio, è fondamentale che il venditore sappia prima di tutto ascoltare e osservare il proprio interlocutore per comprendere quali sono i suoi bisogni inespressi o latenti (al di là di quelli espressi), sappia creare un clima di reciproca fiducia attraverso una narrazione che colpisca l’emisfero destro (quello deputato a gestire le emozioni), sappia attirare l’attenzione e mantenerla viva durante la narrazione dell’azienda o del prodotto, sia convincente e credibile nella gestione delle obiezioni e infine sappia riconoscere il momento magico per raccogliere l’adesione del proprio potenziale cliente.

Può servire nel problem solving?

Studio da molti anni il mentalismo come “arte”, ma soprattutto come “sistema di pensiero”: quali sono i meccanismi utilizzati da illusionisti e mentalisti per attirare l’attenzione, sfruttare le debolezze della mente, gli autoinganni, le distorsioni percettive, lo storytelling e per creare efficacemente le loro illusioni? E queste capacità hanno una relazione con il problem solving? Pensiero laterale, capacità di leggere la realtà da punti di vista diversi, risolvere problemi partendo da una rigorosa struttura: problem setting/tentate soluzioni, sono tecniche proprie di illusionisti e mentalisti e possono essere efficacemente trasferite al personale d’azienda. Infine, sono bravissimi a costruire problemi (rendere possibile l’impossibile e impossibile il possibile) e utilizzano la creatività e il pensiero laterale per fare tutto questo.

Quindi, un formatore-mentalista in Azienda? Ma a cosa ci serve? Se vi interessa approfondire, leggete qui: www.mariobonelli.com/metamorphosis/

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