Formazione e psicoterapia alleate nella cura del disagio aziendale

formazione-psicoterapia-azienda

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In alcuni casi la formazione è indicata come possibile cura per un disagio o una disfunzionalità in Azienda quando si dovrebbe, invece, agire sulle cause attraverso una vera e propria alleanza tra psicoterapia e formazione. Sull’argomento ho intervistato la Dott.ssa Stefania Laura Raviola, psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale esperta di dinamiche di gruppo e aziendali.

Dott.ssa Stefania Laura RaviolaDottoressa Raviola, l’attività di consulente e formatore mi mette quotidianamente a confronto con le esigenza delle aziende in termini di crescita delle persone e di correzione di disfunzionalità. Trovo interessante però il suo parere, quale psicoterapeuta sistemico relazionale, in relazione alla valutazione delle suddette disfunzionalità e delle possibili cause che le generano. Che cosa ci può dire al riguardo?

Anche in azienda, come in ambito diagnostico, come peraltro  nella quotidianità, ci si sofferma sullo studio del sintomo, sul comportamento disfunzionale, senza analizzare le cause che conducono al disagio. Il sintomo assume una grande rilevanza e diventa oggetto di studio principale…ma cosa si nasconde dietro al sintomo? Se consideriamo “ogni sintomo come una forma comunicazione” (Watzlawick) e che “il sintomo è una risposta sana ad un contesto di comunicazione insano” (Bateson), allora diventa utile capire che cosa viene comunicato attraverso esso e quale tipo di disagio nasconde.

L’azienda, funziona come un individuo ed è composta da individui: l’azienda ha un sistema nervoso centrale rappresentato dalla direzione, degli organi interni costituiti dai vari settori aziendali e degli arti rappresentati da coloro che si relazionano con l’ambiente esterno. Come un individuo, l’azienda, per funzionare correttamente deve raggiungere un proprio benessere attraverso un equilibrio sistemico, relazionale ed affettivo-emotivo: se ciò non avviene ecco manifestarsi un comportamento disfunzionale che può diventare sintomo.

Se in ambito psicologico un individuo presenta un’ansia incontrollata, per esempio, risulta di poco valore agire esclusivamente sul sintomo in quanto la comunicazione di disagio perdura e se non presa in carico, si manifesterà comunque in altro modo, con un’altra sintomatologia. Diventa invece utile agire terapeuticamente sull’individuo considerando la costruzione della sua personalità con un approccio integrato sistemico e relazionale.

Se in ambito aziendale, i lavoratori presentano scarsa motivazione al raggiungimento degli obiettivi,  turn over continui, assenteismi, cali della produttività del lavoro è corretto che il vertice aziendale si domandi qual è la comunicazione che sottostà a tali sintomi.

Quindi, nella sua visione, a che livello dovrebbe agire un percorso formativo completo e integrato?

Un approccio più costruttivo riguardo al disagio, considera il sistema (persona, gruppo, azienda…) nella sua “complessità ed unicità” proponendo uno studio specifico  ed una proposta di piano personalizzato, come un vestito su misura, volto al miglioramento del benessere globale del sistema stesso, con conseguente risoluzione del sintomo o comportamento disfunzionale.

Quali sono gli obiettivi che secondo lei devono essere raggiunti con un percorso formativo?

Troppo spesso, oggigiorno, la richiesta dell’utente, sia esso un singolo individuo, un gruppo o un’azienda, a psicoterapeuti e formatori, è quella di “guarire magicamente” il sintomo, di risolvere il singolo problema, di dare risposte immediate di avere capacità previsionali certe. Le persone in alcune circostanze, si accontentano di percorsi standardizzati che offrono soluzioni in breve tempo senza considerare che anche i risultati, qualora si ottenessero, sarebbero anch’essi a breve termine.

In generale ritengo che qualsiasi tipo di percorso sia rivolto al benessere psicologico, e di conseguenza dell’intera azienda. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso il benessere psicologico nel concetto di salute: gli individui devono avere la possibilità di sentirsi a proprio agio nelle circostanze che si trovano a vivere.

Secondo la definizione dell’OMS, infatti, il benessere psicologico è quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

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