Basta il pensiero? O basta la parola?

dire le bugie
Non è sempre così, il pensiero non basta e qualche volta nemmeno la parola. Il pensiero si riflette in modo inequivocabile sulla fisionomia, sulla postura, sull’atteggiamento verbale e non verbale. Messaggi contraddittori che vengono dal parlato e dal linguaggio non verbale demoliscono, nella maggior parte dei casi, gli schermi che poniamo tra la mente e il nostro interlocutore.
Chi mente lo sa bene. Se è un buon mentitore, sa che deve controllare il più possibile la propria comunicazione non verbale, la postura, le micro-espressioni del viso.
Imparare a leggere e interpretare il pensiero non è solo un esercizio utile nelle relazioni interpersonali (lavorative e non) ma lo è soprattutto nella costruzione della consapevolezza di sé.
Quante volte ci siamo chiesti per quale ragione non troviamo un feeling con qualcuno col quale, peraltro, non abbiamo nessun conflitto o divergenza (apparente)? Abbiamo ragionato sul nostro approccio comunicativo?
Cosa stiamo dicendo veramente, con la parola o la gestualità, a quella persona?
Lavorare su se stessi è il primo passo, valutare quali atteggiamenti assumiamo con la postura o l’espressione in concomitanza con pensieri negativi o sgradevoli e come, al contrario, cambia la nostra fisionomia nel momento in cui siamo sereni, rilassati, disponibili è il primo passo per conoscere il pensiero altrui. La comunicazione non verbale è lo strumento “sociale” basilare che la natura ci ha dato per relazionarci efficacemente con gli altri. Viene prima del linguaggio ed è comune a tutti gli esseri viventi. E’ una lettura automatica, spesso inconscia e inconsapevole, che influisce sulle nostre relazioni interpersonali. Averne percezione e controllo riveste un’importanza notevole.
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