Il cambiamento in Azienda: una storia vera e una riflessione

curva di lewin

Approccio una società (che non cito per ragioni comprensibili di riservatezza) per fare consulenza formativa e mi ritrovo tra le mani una vera e propria missione di Transition and Change Management. Ma la notizia interessante è che l’imprenditore in questione, invece di opporre le consuete resistenze al cambiamento, mi apre la porta del rinnovamento e mi permette di agire al suo fianco per aiutarlo nel processo (non semplice) del cambiamento.
Azienda interessante, con un mercato ancora aperto nonostante la crisi, che tuttavia potrebbe sviluppare ancora più business e migliorare i rapporti interni (che sono anche la spina nel fianco della struttura). Applico un percorso classico di analisi della condizione attuale, stipulo con l’imprenditore il “patto del cambiamento” e procedo con la definizione delle classi di problemi e delle possibili soluzioni.
Nel frattempo, costruisco la strategia comunicazionale per creare il clima giusto in azienda per accogliere e attuare il cambiamento, e quella di formazione per potenziare coloro che dovranno assumersi le responsabilità dei compiti delegati. Lavoro sulle persone e sugli obiettivi condivisi, richiedendo loro prima di tutto la stessa adesione al cambiamento sottoscritta dal titolare.
Un paio di persone, che ricoprono ruoli chiave, pronte ad andarsene, dichiarano invece di voler giocare questa sfida. L’entusiasmo dell’imprenditore cresce. Il clima migliora: il dialogo tra i ruoli direttivi che si era ridotto alla pura comunicazione di servizio e alle solite scaramucce e recriminazioni tra aspettative e lavoro svolto torna ad essere più fluido.
Lavoro sul cambiamento con passione, strategia e metodo, avendo ben chiaro e condiviso l’obiettivo comune che dobbiamo raggiungere insieme.
Le difficoltà cominciano ad apparire meno insormontabili: la via del cambiamento è aperta e finalmente percorribile.
Nelle mie riflessioni si affaccia un pensiero: quante realtà imprenditoriali potrebbero ottenere risultati apprezzabili se solo facessero lo sforzo di volontà di mettersi in discussione, decidessero di farsi accompagnare e dessero fiducia a noi esperti del cambiamento?

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