Change Diary: il cambiamento va guidato

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Quando il cambiamento è voluto dalla Direzione Generale ma è frenato dai Manager di primo livello. Potrebbe essere una interessante storia (inventata) da raccontare in un bel corso di formazione sul cambiamento. Invece è una storia di “vita vissuta” in un’azienda reale (della quale taccio il nome).
In breve: la Direzione Generale attua il cambiamento (nella struttura, nell’organizzazione, nella ridistribuzione della responsabilità) ma gran parte del management di prima linea non recepisce fino in fondo il messaggio e fatica a portarlo dentro di sé (prima) e quindi all’interno dell’azienda subito dopo.  Un po’ per indole delle persone, un po’ per via di alcuni trascorsi, l’atteggiamento generale resta sospettoso. La sensazione generale che se ne trae è che il cambiamento sia voluto solo dall’alto (anche se si sente, dalla base, una richiesta pressante in questa direzione) e si teme che le innovazioni apportate siano finalizzate a peggiorare le condizioni generali di vita in azienda e pregiudichino il suo futuro.

Io intervengo in questa fase. 
Analizzando la situazione con la Direzione, ci rendiamo conto che forse c’è stato un difetto di comunicazione iniziale: si è pensato che il cambiamento richiesto e in atto, fosse auto-esplicativo. Si è dato per scontato, cioè, che l’energia che proveniva dall’alto, pervadesse automaticamente tutti quanti. Rivediamo così i passaggi che hanno portato allo stato attuale, e lavoriamo sul coinvolgimento personale, sull’orgoglio di appartenenza e sul senso di responsabilità e, nel frattempo, la direzione rivede i processi organizzativi e li ripropone come elementi sui quali lavorare insieme, con l’apporto professionale di tutti.

Per superare la difficoltà lavoriamo ex post: quindi sul coinvolgimento e sul senso di responsabilità, sulla comunicazione e sulla collaborazione, riattivando le energie positive di coloro che sono in grado di comprendere l’opportunità di contribuire attivamente a ridisegnare un’azienda, la sua organizzazione e il messaggio da dare al mercato.

Una strada non semplice, tuttavia l’unica in grado di spaccare il fronte della negatività serpeggiante e dell’abitudine consolidata a preservare lo status quo a discapito dell’innovazione. A questo aggiungiamo il messaggio positivo della ritrovata sicurezza del futuro dopo un lungo periodo di incertezza e la parola d’ordine diviene: “vivere il momento presente, costuendo insieme il futuro“.

Punti che tengo a evidenziare, perché possono essere riferimenti per altri: l’incrollabile determinazione della direzione nel volere il cambiamento prima di tutto “nelle persone” e la pazienza di applicare strategie diverse per ottenerlo. La richiesta di supporto da parte di un professionista esterno al quale si è data fiducia. La capacità di vedere nel cambiamento l’unica via per migliorare l’azienda e proiettarla nel futuro.

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