Autorilassamento prima di parlare in pubblico

relax from workingParlare in pubblico rappresenta sempre un momento carico di tensione. Anche i migliori e più consumati relatori si trovano, infatti, a dover gestire lo stress che deriva dal confronto con una platea. Ci sono molti metodi per alleggerire questa tensione, attraverso una sorta di “training mentale” da condurre prima del momento in cui si prenderà la parola.
Li vedremo in un prossimo post.
In questo post valuteremo, invece, una tecnica di autorilassamento molto semplice ed efficace per tutti coloro che hanno la necessità di rivolgersi ad una platea. Per metterla in pratica non occorre grande preparazione e si rivela utile anche prima di una importante riunione nella quale è indispensabile recepire e ricordare un gran numero di informazioni o prima di un esame universitario. Insomma in tutte quelle occasioni nelle quali lo stress (o l’ansia da prestazioni) può giocare qualche brutto tiro. Io l’ho chiamata “tecnica del 3, 2, 1”.
Non è mia ma l’ho mutuata e adattata dal professor Schultz, psichiatra e psicoterapeuta, considerato il fondatore del training autogeno, che la descrisse già nel 1930. Si tratta di un esercizio molto semplice che si deve condurre poco prima del momento di parlare o di entrare in riunione o in aula.

Sedetevi comodamente rilassando la muscolatura il più possibile cercando di avvertire la pressione del corpo sulla sedia e del pavimento sotto i piedi. A questo punto occorre fare attenzione particolare al rilassamento dei muscoli passandoli in rassegna mentalmente.
Probabilmente vi accorgerete che le mani o la mascella, inconsapevolmente, sono mantenute serrate o in tensione. Rilassate tutti i muscoli e solo a questo punto fate tre profondi respiri addominali: durante la prima espirazione contate lentamente 3-3-3, durante la seconda 2-2-2 e durante la terza 1-1-1. Dopo la terza espirazione ripetetevi mentalmente che siete completamente rilassati e tranquilli. La sensazione diverrà piacevole e difficilmente qualcosa potrà strapparvi da questo stato. E’ il momento di passare di nuovo in rassegna mentalmente la muscolatura, ma questa volta rilassate di più il collo, le spalle, le braccia, le mani e le dita, la cassa toracica, le gambe e i piedi. Se sentite ancora tensione da qualche parte ripetete i respiri una seconda volta. Tutto qui.

Questo semplice esercizio permette alla mente di attestarsi su un’emissione di onde cerebrali tra i 7 e i 14 Hertz, la condizione ottimale di veglia (sotto i 7 Hz si ha il sonno, sopra i 14 si è in fase di veglia completa) chiamata “stato alfa”: la mente è vigile ma rilassata in una piacevole situazione di calma e armonia; è lo stadio che permette il miglior accesso al subconscio e predispone la mente stessa alla massima ricettività e creatività. Lo stesso risultato si può ottenere in altri modi(con la musica classica o effettuando movimenti ripetitivi o correndo in un parco) ed è la fase dove la mente dà il meglio di sé proprio perché sottratta alla nostra vigilanza e allo stress.
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